Legamenti d’amore fai da te: il rituale del Giacinto

Questo post è dedicato ad un particolare tra i legamenti d’amore e ha origini antichissime: veniva infatti praticato dalle fanciulle di piccoli villaggi che erano alla ricerca disperata di un ragazzo che le invitasse al ballo di paese. Per cui si armavano di pazienza e si preparavano al fatidico giorno praticando questo sortilegio legato all’antica civiltà romana. Infatti, il protagonista di questo rituale è un fiore: il Giacinto. La scelta di questo fiore profumato non è casuale, perché si tratta del fiore sacro alla dea Venere, patrona dell’amore e della fertilità, che veniva pregata dai Romani per propiziare la sfera sentimentale, il parto e la fecondità. Nella sua formulazione più antica, questo rituale prevedeva che chi volesse eseguirlo doveva trovare un lembo di terra “vergine” in cui piantare il bulbo del fiore. Per terra “vergine” si intendeva terra nuova, nel senso non ancora scoperta dall’uomo e quindi  sconosciuta a tutti: ciò era alquanto difficile a quei tempi, figuriamoci oggi. Infatti, ciò che importava (ed importa tutt’ora) è l’impegno profuso da chi si accingeva a compiere il rituale: il sacrificio implicava una preparazione spirituale determinante per la riuscita del sortilegio. Oggi, basta acquistare un po’ di terriccio, un vaso nuovo e piantare il bulbo del Giacinto (che può essere sostituito con qualsiasi altro fiore purché profumato). E’ un rito che può essere eseguito da chiunque, ma sarebbe più sensato affidarsi ad un veggente, chiromante o esperto in genere di arti esoteriche. Ma veniamo al rito: piantate il bulbo nel vaso, ricopritelo di terriccio e chiamatelo (ad alta voce, come se voleste compiere il rito del battesimo) con il nome della persona che volete legare a voi. Innaffiatelo ogni mattina ed ogni sera pronunciando queste parole per tre volte e fino a quando dal bulbo non nascerà il fiore: “La radice crescerà ed il fiore si aprirà venga a me il cuore dell’amato mio … (nome)… voglio, comando e posso così sia”.

Se dopo alcuni giorni, nascerà il fiore allora è buon segno. Se il bulbo si deteriorerà lasciate perdere: quella desiderata non è la persona giusta per voi.

Ad ogni modo, per evitare errori o ritorsioni della magia, rivolgetevi ad un profondo conoscitore di riti antichi: vi saprà aiutare e consigliare.

Una nuova branca della chiromanzia: la caffeomanzia.

L’arte della chiromanzia è antichissima, affonda le sue radici già ai tempi dei primi insediamenti in Egitto ed è molto praticata nel mondo occidentale grazie alla figura del chiromante, esperto della correlazione tra linee della mano e personalità. Quest’arte ha conosciuto una grande rivalutazione, ma lo studio di tecniche divinatorie più nuove le sta dando un duro colpo, specialmente perché si sta affacciando nel panorama delle scienze occulte una nuova arte, quella della caffeomanzia. Che cosa è? Un nuovo tipo di arte divinatoria (anche se viene considerata più un rito) che si basa sull’interpretazione dei fondi delle tazzine di caffè. In verità non è una scienza nuova, era nota già nel Diciassettesimo secolo in Occidente, ma è stata importata dal mondo orientale dove le donne ha conosciuto più proseliti di quanti se ne possa immaginare al punto che sono stati organizzati dei corsi ad hoc. Ma leggere il fondo di una tazzina non è semplice, perché ricerca calma, soprattutto interiore. Fare questo mestiere richiede zelo e preparazione, oltre che talento. Non ci si improvvisa conoscitori di caffeomanzia, ma neppure cartomanti e veggenti. Come il chiromante, anche il “caffeomante” , se così si può denominare, (è in ogni caso un veggente) è dunque chiamato a fare un’interpretazione,  non della mano, ma dei segni rimasti nel fondo della tazzina (che deve essere rigorosamente bianca e con piattino dello stesso colore) e anche degli aloni rimasti sul bordo o sul manico: ogni segno è rilevante per carpirne il tenore interpretativo ed individuare il momento passato, presente o futuro a cui si riferisce il presagio. I segni possono essere i più disparati e bisogna conoscerli tutti per correlarli tra loro per dare loro un filo logico e cronologico: ogni segno ha un proprio significato. Ad esempio, vedere un’automobile significa che ci saranno dei cambianti oppure vedere un topo vuol dire che bisogna stare attenti alle amicizie che si intrattengono. Insomma, è una disciplina molto variegata e dai contorni ancora non del tutto definiti. Pertanto, ai più curiosi consigliamo di leggere dei libri ad hoc, come Manuale di caffeomanzia. Il futuro nei fondi di caffè edito nel 2003; e se volete qualcosa di più recente provate con Caffeomanzia. L’arte di «vedere» del 2007.

Che dirvi?!  Buon caffè!